Porta Soprana o Porta di Sant'Andrea (in genovese Pòrta de Sant'Andria) fu una delle porte di ingresso alla città medioevale.
Fra le principali costruzioni del periodo storico in cui Genova dominava il Mediterraneo, è costruita in pietra, situata sulla sommità del vecchio Colle di Sant'Andrea, spianato agli inizi del XX Secolo per fare posto all'odierna via Dante e creare tutta l'area di collegamento a Piazza de Ferrari.
In origine era detta Porta Superana, così chiamata perché si trovava rialzata rispetto al piano cittadino trovandosi alla sommità di un colle ripido, il colle di Sant'Andrea appunto, poi in una sorta di correzione linguistica fu ribattezzata Porta Soprana.
Porta Soprana, imponente a due torri, costituiva l’accesso principale alla città venendo da Levante.
Fra il 1155 e il 1159 fu costruita per difendersi dai vari attacchi dei nemici del tempo, fra cui l'esercito di Federico Barbarossa.
I genovesi costruiranno in quel periodo mura e porte, fortificandole a tal punto da divenire una delle città più difficili da espugnare sia da terra che dal mare.
Ancora oggi è visibile sul lato sinistro dell'ingresso, una targa scolpita in latino che rivolgendosi a colui che sta per entrare avverte:
"Sono sorvegliata da soldati, circondata da splendide mura e scaccio lontano con il mio valore i dardi nemici. Se porti pace, accostati pure a queste porte, se cerchi guerra, triste e battuto ti ritirerai".
Restaurata nei primi anni del Novecento, Porta Soprana impressiona per lo slancio delle torri, ma anche per l’eleganza dell’arco del varco d’accesso.
Il suo arco ogivale anticipa un motivo ricorrente nell'arte gotica, inquadrato, all'esterno come verso l’interno, da splendidi capitelli istoriati su solide colonne di marmo.
Nei secoli successivi, venuto meno il ruolo difensivo e ampliata la cinta di mura della città, la porta fu in pratica inghiottita dallo sviluppo edilizio, con la costruzione del vecchio quartiere di Ponticello.
Sull'arco di entrata tra le due torri fu addirittura costruita una casa ad un piano unico.
Poi nel 1800 i piani divennero due e alcune cronache raccontano che vi abitò il figlio di Sanson, il boia che aveva ghigliottinato Luigi XVI durante la Rivoluzione Francese, scappato dalla Francia per arrivare a Genova sfuggendo ai nemici di suo padre in cerca di vendetta.
Le torri di Porta Soprana sempre nel 1800, furono adibite a carcere, così come avvenne per il vicino convento di Sant'Andrea, tutto il complesso fu nominato la prigione della Torre, ed all'interno vi abitavano anche i carcerieri.
Nel 1890 grazie all'architetto Alfredo d'Andrade, direttore della Sovrintendenza di Belle Arti, Porta Soprana e il suo complesso furono ristrutturati.
Sempre a cura del laboratorio di d'Andrade fu ripristinata la torre nord e, con essa, anche l'arco che sovrasta l'entrata della porta.
La torre sud rimase invece racchiusa nel perimetro di un edificio di civile abitazione sino al 1930 quando, con la demolizione del quartiere di Ponticello, la struttura fu restaurata sotto la direzione di Orlando Grosso.
Nel vecchio acquarello dipinto da Domenico Cambiaso qui sotto rappresentato, ritrovato negli Archivi di Stato, si può notare Porta Soprana come appariva nel 1800, si noti che all'epoca vi erano ancora appese le catene di Porto Pisano, bottino di guerra dei genovesi sui pisani e restituite alla città di Pisa in segno di fratellanza e pace fatta, solo alla costituzione dell'Unità d'Italia.
A Sinistra, dove oggi c'è via del Colle, si può notare il vecchio Convento di Sant'Andrea che oggi non esiste più, ne è rimasto nelle vicinanze, il Chiostro, ancora visitabile e restaurato, praticamente ai piedi di Porta Soprana e a fianco alla Casa di Colombo, ma questa è un'altra storia.
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